I Fatti Realmente Accaduti

Colli Euganei, messe nere sul monastero del Monte Venda 

Il Mattino di Padova 8/01/12

TEOLO. Tornano le ombre del satanismo sui ruderi del monastero del Venda. Non un caso, non un episodio, bensì ormai una «tradizione». A confermarlo è stata una doppia visita, a distanza di un anno, a quel che resta del monastero degli Olivetani, attualmente inaccessibile per dei lavori di restauro.

La prima visita era avvenuta il 5 gennaio 2011. Accedere al vecchio monastero medievale non era un problema, e a testimoniarlo era il grande numero di “reperti” lasciati dai satanisti. Che in quei luoghi, in particolare nella cripta sotterranea principale, si fossero celebrati dei riti occulti era testimoniato infatti dalla presenza di numerose candele in cera, di talloncini di carta con preghiere cristiane (forse bruciati durante le messe nere), di resti di focolari sia all’interno che all’esterno del monastero. Le pareti della cripta sotterranea erano poi imbrattati con croci capovolte, simboli facilmente riconducibili al diavolo (come il «666»), offese alla cristianità e strani disegni e formule.

In un anno sono cambiate molte cose. Innanzitutto i ruderi sono inaccessibili ai visitatori: un’alta recinzione impedisce l’ingresso al complesso monumentale e l’area è circondata da una rete metallica ed è anche videosorvegliata. Eppure il modo di entrare, a quanto pare, c’è. Il 5 gennaio scorso, ad un anno esatto dal primo reportage fotografico, il monastero ha subito una drastica “ripulita”: le scritte sono sparite e l’altarino della cripta (il cui ingresso è negato da nuovi serramenti provvisori) è stato rimosso. Ma, all’esterno, i segni di messe sataniche restano: giovedì scorso, in un angolo del monastero, appoggiate su una struttura in pietra c’erano delle ossa di animali, undici in tutto. Probabilmente sono di qualche bovino. Accanto alle ossa erano posizionati anche una catena in ferro e un pezzo di legno concavo, forse parte di una rudimentale stoviglia. Difficilmente quegli elementi erano capitati lì per caso. Appena fuori dalla parte principale del monastero c’era invece un cerchio d’erba bruciata, anche se è possibile che quel fuoco fosse stato acceso dagli operai impegnati nel cantiere.

Impressiona, comunque, che nonostante le difficoltà a raggiungere la meta – a maggior ragione ora vista la presenza dei lavori – gli Olivetani continuino ad essere teatro prescelto per i riti satanici. E poco importa che si tratti di scherzi, messe in scena o vere e proprie celebrazioni nere.



RITI SATANICI NELLA VECCHIA CAVA DEL MONTE DI CINTO


CERVARESE SANTA CROCE

Da 'Il Mattino di Padova' - mercoledì 30 ottobre 2002

Torna l'incubo dei riti satanici nell'area dei Colli Euganei. Il furto di particole consacrate nel tabernacolo della chiesa di Cervarese e la tentata intrusione nella sacrestia di Feriole di sabato notte (i malviventi che erano riusciti ad entrare nel corridoio della sacrestia sono stati fatti scappare alle 3,15 del mattino dal parroco don Livio), fanno pensare a una ripresa dell'attivita' esoterica sui colli.

In coincidenza con l'arrivo delle prime nebbie si sono sempre notati movimenti strani, attribuiti agli adepti del Maligno, nei luoghi più appartati degli Euganei. Due anni fa, proprio in questo periodo, un furto dai contorni analoghi a quello di Cervarese è stato messo a segno nella vecchia pieve di Montegrotto.
Per alcuni parroci non ci sono dubbi: si tratterebbe di atti sacrileghi a sfondo esoterico. 'Tracce' che riconducono alle messe nere sono state scoperte nei giorni scorsi sullo slargo dietro la chiesetta di Sant'Antonio Abate, alle pendici del monte Madonna. Sui massi di trachite e sulle panche in legno che si trovano agli angoli del cortiletto sono stati trovati resti di candele.
Analoghe testimonianze erano state evidenziate da una troupe Rai della 'Vita in diretta' nell'ottobre del 2000. Negli ultimi tempi sembra che l'attività dei satanisti si sia spostata anche a sud dell'area euganea. In particolare nella zone di Arquà, Calaone e nella cava di Cinto Euganeo. <<Non vi è dubbio che sui nostri colli ci siano posti ideali per l'attività degli adoratori di Satana - afferma il parroco di Meggiaro, don Orlando - Tempo fa mi sono arrivate diverse segnalazioni di persone che scendevano incappucciate poco prima dell'alba dalla zona di Calaone.

Probabilmente avevano individuato come luogo per le loro funzioni l'area vicino all'ex convento di Beatrice d'Este sul Salarola. Per i satanisti non vi è di meglio che celebrare i loro riti utilizzando gli altari e i luoghi un tempo consacrati per le funzioni religiose>>.

Il parroco di Feriole di Teolo, don Livio, nutre invece qualche dubbio sul fatto che chi ha forzato sabato notte il portone d'ingresso della sua canonica cercasse particole consacrate oppure oggetti sacri. <<A mio avviso cercavano soldi o, tutt'alpiù, gli ori della statua della Madonna, che avevamo esposto il giorno prima in chiesa. Per fortuna mi sono svegliato quando i malviventi, subito dopo aver fatto saltare due vetri del portone d'ingresso, hanno scassinato la serratura con uno scalpello. In quel momento - dice scherzosamente il sacerdote - mi sono sentito come le oche del Capidoglio che hanno fatto scappare i barbari>>. Dal corridoio dov'erano i ladri si accede sia alla sacrestia che all'altare della chiesa.

PADOVA, 30 OTTOBRE 2007

Impiccano il gatto e lo lasciano, penzolante, sulla statua che troneggia nel centro della piazza del paese, con accanto anche alcune frasi legate al satanismo. È accaduto a Battaglia Terme (Padova), nel cuore dei colli euganei.

Domenica sera la scoperta fatta da alcuni residenti sulla piazza omonima. Hanno visto l’animale penzolare con un cappio al collo

Impiccano un gatto alla statua di S. Barbara
Lasciato uno scritto: "faremo altre vittime" e una firma: 666 con una croce rovesciata, a far pensare ad una setta satanica

BATTAGLIA TERME

"Faremo altre vittime" e poi un 666 e una croce rovesciata. A pochi metri di distanza, ancora penzolante dal braccio della statua di Santa Barbara, un gatto impiccato.

Una scena agghiacciante che manda con la mente a qualche macabro rito satanico. A chiamare il 112 domenica sera intorno alle 21 una donna che passando per la piazzetta adiacente alla biblioteca comunale è stata attirata dalla vista dell'animale penzolante. E sul placido e tranquillo comune termale si allunga l'inquietante ombra di qualche setta satanica.

Già in passato, ricordano gli stessi residenti della zona, alcuni episodi che potevano in qualche maniera far pensare a sette sataniche e a rituali in onore di Satana erano avvenuti tra i boschi dei colli Euganei ma mai era stato interessato il comune di Battaglia. Ora le indagini dei carabinieri si stanno muovendo tra le facce note della zona (per lo più alcolizzati o tossicodipendenti) e tra quelle persone che in passato hanno avuto contatti con sette sataniche o pseudo tali.


NASCONDE OSTIA CONSACRATA

Inquietante episodio domenica scorsa alla basilica delle Grazie di Este. L'uomo si sarebbe giustificato dichiarandosi ortodosso

Richiamato dal parroco alla fine della messa:
"È sacrilegio"

di Carlo Bellotto

ESTE. Centinaia di fedeli attoniti. Il parroco della basilica delle Grazie, don Paolino, che richiama dall'altare quel fedele, o presunto tale, che invece di ingoiare la particola consacrata se l'è messa in tasca. Un atto sacrilego che il parroco, avvertito di quanto successo dai fedeli, non vuole far passar liscio. È accaduto domenica mattina durante la messa. Tra i fedeli in fila per la comunione c'è un uomo che, arrivato il suo turno, porge la mano al parroco per farsi consegnare l'ostia consacrata. Voltatosi per tornare nel suo banco, invece che portarsela alla bocca la infila nel taschino della camicia, il gesto repentino non sfugge ad alcuni fedeli, che si precipitano ad avvisare i collaboratori del parroco. Don Paolino viene informato dell'accaduto durante la messa. Alla fine della liturgia, dall'altare si rivolge all'autore del gesto, ricordandogli che la sua azione è un sacrilegio. Il colpevole non si fa avanti, ma il parroco riesce ad individuarlo e a parlargli. Un dialogo a quattr'occhi, che i presenti - sbalorditi per l'episodio - non sono riusciti ad ascoltare. Pare che don Paolino abbia convinto il fedele ad ingoiare la particola davanti ai suoi occhi, evitando cosi che l'ostia uscisse dalla chiesa. Il sacerdote ieri non era in canonica, perciò non è stato possibile avere da lui altri particolari sulla vicenda che in questi giorni passa di bocca in bocca in città. L'uomo avrebbe ribattuto che la sua religione - si sarebbe dichiarato cristiano ortodosso - gli permette di assumere la particola in un secondo momento. Tra i fedeli usciti increduli dalla celebrazione domenicale è iniziato un fitto chiacchiericcio sul destino che avrebbe avuto quella particola consacrata, una volta uscita dalla basilica. L'ipotesi più allarmante è quella di un suo utilizzo nelle messe nere. Tutt'altro che una fantasia, soprattutto nei Colli Euganei, dove negli anni scorsi sono stati trovati anche i resti di un altare su cui probabilmente erano stati sacrificati degli animali. Secondo altre segnalazioni sui Colli Euganei avverrebbero anche delle sinistre processioni di incappucciati.



IL PARERE DI DON ORLANDO ZAMPIERI 

"Una particola può valere parecchio, viene utilizzata nei riti satanici"


ESTE. I satanismi nell'area del Parco Colli potrebbero tornare di stretta attualità. "Purtroppo si arrivano a pagare 150 euro per un'ostia consacrata - riferisce don Orlando Zampieri, parroco di S. Girolamo a Este - per poi compiere azioni deplorevoli verso il Santissimo. C'è sciaguratamente un mercato delle particole consacrate. Quando i satanisti ne vengono in possesso le utilizzano nei loro riti. Le ostie vengono punzecchiate con degli aghi, un gesto rivolto a Dio. Un gesto dissennato. I Colli Euganei si adattano bene per celare queste celebrazioni. Mi dispiace apprendere che accadano ancora episodi come questo. Chi tenta di appropriarsi delle particole consacrate o è un adepto o lo fa per ricevere un compenso. A mio parere viene scelto un santuario perché c'è più gente, una maggiore frequentazione. Nella chiesa di parrocchia è davvero insolito vedere delle facce nuove. E quindi chi entra in una piccola chiesa per la prima volta viene tenuto d'occhio. Mi piange il cuore sentire queste notizie". Don Zampieri ha festeggiato da pochi giorni i 45 anni dalla sua ordinazione sacerdotale. Una lunga vita pastorale che gli ha fatto conoscere molte e diverse realtà. (c.bel.)

da "Il Mattino di Padova", 23 luglio 2004



FURTO PER SATANISMO 

IL GAZZETTINO 13 MAGGIO 2003


Abano Terme
Ancora nessuna novità nelle indagini dei carabinieri per il furto della reliquia della Beata suor Liduina Meneguzzi, rubata sabato scorso dalla chiesa parrocchiale di Giarre.Tra le persone contattate negli ultimi due giorni dai militari di Abano ci sarebbe anche un prete la cui identità viene per il momento mantenuta top secret e che, secondo gli investigatori, potrebbe avere conoscenze preziose nel mondo dei balordi che gravitano attorno alle parrocchie. Che il prete in questione sia anche esperto di riti satanici e messe nere, come era stato detto dalle suore di Giarre, è una notizia non confermata da fonti ufficiali. Non è stata comunque accantonata l'ipotesi investigativa del gesto compiuto su commissione come prova di forza e di coraggio, una sorta di "iniziazione" per guadagnarsi l'ingresso in una setta satanica. A parlarne per primo era stato il parroco della frazione aponense, don Vittorino Fiorin che, subito dopo essersi accorto della mancanza, aveva chiaramente espresso la sua convinzione che il o i responsabili dell'atto sacrilego andassero ricercati negli ambienti oscuri e misteriosi legati al satanismo. E ancora fino a ieri il prete non aveva dubbi. "Ne sono sempre più convinto, non riesco a trovare un altro motivo valido". Per il momento le indagini non avrebbero portato, però, a nulla di concreto in questa direzione e nessuna pista viene ovviamente ancora esclusa dagli investigatori di Abano. Da tre giorni i carabinieri stanno ascoltando una serie di persone che, per i motivi più diversi, potrebbero aggiungere qualche elemento utile nella difficile ricerca della vertebra della religiosa. Quelli su cui lavorare sono indubbiamente pochi allo stato attuale delle cose. I due principali indiziati, una ragazza nomade e un signore entrati in chiesa a distanza di circa un'ora l'una dall'altro potrebbero non essere stati gli unici a farlo, considerando che la parrocchia è rimasta aperta e incustodita per qualche tempo. Sicuramente in maniera negativa ha poi influito sulle indagini il fatto che i carabinieri siano stati avvertiti soltanto due ore dopo la triste scoperta. Tempo prezioso che poteva essere sfruttato dai militari e che invece ha giocato solo a favore del ladro.Si lavora anche sull'ipotesi del furto finalizzato a riempire la bacheca di qualche collezionista di reliquie e naturalmente sull'idea che si sia trattato di un gesto di qualche disperato che pensava di ricavarne chissà che cosa.Ma in molti, non solo don Vittorino, sono sicuri che siamo di fronte ad un atto volutamente blasfemo. Già in passato sui Colli Euganei ci sono stati ritrovamenti di candele e lumini in alcuni ruderi, che hanno fatto pensare subito alla possibilità che in quei luoghi vengano svolte messe nere. Molti frequentatori della zona, inoltre, indicano l'ex monastero degli Olivetani sul Monte Venda come uno dei posti preferiti per le riunioni dei seguaci del satanismo.
Roberta Benedetto

Che cosa sono questi riti satanici? 

«Abito a Padova. Nel mio quartiere, in questi giorni, si parla di riti satanici, perché sono state trovate in un luogo delle candele colorate bruciate a metà e degli uccelli orrendamente martoriati. Non è la prima volta che la stampa locale riferisce di cose analoghe che succedono di frequente in luoghi appartati dei nostri Colli Euganei. Come è possibile che ci sia gente che adori Satana, che faccia dei riti per celebrarlo, riti dove a volte si fanno anche cose vergognose e innominabili?».
Riccardo Severini – Padova

Tutte le inchieste sulle sette sataniche coincidono nel dire che la diffusione di quelle veramente tali è relativamente piccola: spesso si tratta soltanto di ragazzate volgari o di stupidissimi tentativi di sentirsi importanti compiendo trasgressioni al pudore e alla ragionevolezza. Al di là di questi fenomeni, comunque inquietanti, c’è la contiguità con il mondo tristissimo e pericolosissimo dei «maghi» e delle «maghe». Se ci si abitua a ritenere che vi siano persone in grado di utilizzare forze oscure, il passaggio a Satana, che ne sarebbe il signore, è abbastanza comprensibile.
Continuando il discorso, emergono due aspetti della realtà: uno, religioso, l’altro, psicologico e, talvolta, persino psichiatrico (nel senso che talora sono presenti elementi di follia). Quanto al primo, esso ci chiama in causa: vi sono persone che, travolte da disgrazie o da errori da esse stesse compiute, non hanno poi trovato (o saputo trovare) nelle nostre comunità di fede un sostegno, una calda solidarietà che dovrebbe essere il connotato fondamentale di chi si dice cristiano, e sono cadute nella trappola di chi offre loro, quasi come una compensazione, una specie di rovesciamento del bene nel male, della preghiera nella bestemmia, dell’amore nella crudeltà, alimentando l’odio per persone considerate responsabili delle proprie sofferenze.
Il secondo aspetto del fenomeno, quasi sempre collegato al primo, è che esistono persone le quali, per vicende traumatiche, per lo più infantili, hanno maturato dentro di sé una grande aggressività, che a un certo punto della loro vita non riescono più a dominare. Esse trovano allora nelle sette demoniache la possibilità di esprimerla anche in atti di ferocia; e, nello stesso tempo, di non sentirsene colpevoli perché quegli atti sarebbero opera di Satana e della forza che possiede i suoi adepti.

Tratto dal Messaggero


SATANISTI NELL'EX SEMINARIO

Selvazzano, nell'ex Seminario il tempio delle messe nere


Incredibile scoperta all’interno del complesso ormai completamente in balìa dell’illegalità. Al terzo piano di un blocco che fino al 2000 ospitava i futuri sacerdoti hanno trovato rifugio invece gli adoratori di Satana, con tanto di pagine del vangelo strappate, un pentacolo disegnato sul pavimento, la scritta "666" sparsa sui muri con la vernice spray
di Luisa Morbiato

Il diavolo e l'acqua santa. Pagine del vangelo strappate e pentacolo disegnato sul pavimento. Sono davvero tante le sorprese che riservano i sei edifici, collegati da lunghissimi corridoi, che formano il complesso dell'ex Seminario. Al terzo piano di un blocco che fino al 2000 ospitava i futuri sacerdoti hanno trovato rifugio invece gli adoratori di Satana. Seguendo delle scritte vergate con la bomboletta spray fin dal piano terra, muri e colonne marchiate con il «666», il numero della bestia, vicine a macchie di vernice rossa, a maschere forse usate nei riti per evocare il diavolo, si sale fino al terzo piano. Si percorre un lungo corridoio sul quale si affacciano aule devastate, una lunga teoria di armadi dove un tempo i giovani aspiranti sacerdoti avevano le loro stanze, locali da bagno dove sono ormai rimaste solo le mattonelle a testimoniare l'antica funzione.

Un dedalo di passaggi che porta a una stanza che, ignoti, hanno attrezzato a sala per compiere messe nere e riti di magia. Sulle pareti scritte in inglese che inneggiano alla «venuta dell'angelo nero», sul pavimento è disegnato un grande pentacolo, la stella a cinque punte è inserita in un cerchio contornato da simboli magici. Sul fondo una cattedra è stata trasformata in tavolo-altare e dietro una poltrona nera, decorata col «666», è diventata il trono dell'officiante dei riti. Le vetrate che formano la parete esterna della stanza sono parzialmente coperte con dei drappi incrociati sui quali ricompare il numero del diavolo e la sua immagine stilizzata. Il profilo di Lucifero compare anche sulle pareti e gli anonimi disegnatori gli hanno conferito uno sguardo acuto e pungente che sembra seguire le persone che si muovono all'interno della stanza dove, molto probabilmente, i membri di una setta di adoratori si sono riuniti più volte per evocarlo.


Nella luce smorzata dai grandi tendaggi mancano solo le luci tremule delle candele a ricreare l'atmosfera: fissando le scritte sembra di sentire l'eco di voci che invocano il potere che può loro conferire Asmodeo, Belzebù, Belfagor, Mefisatofele, Astarotte per non citare che quelli più conosciuti tra i tanti appellativi con i quali viene chiamato ciò che la Chiesa identifica nel Male. Osservando il locale così addobbato non si può non udire echi ormai spenti di voci che invece cantavano negli stessi luoghi gli inni di gloria al Signore in una delle cappelle non lontane dalla «stanza nera». Un contrasto che mette i brividi e riempie il cuore di tristezza: vedere i testi degli inni sacri abbandonati nelle stanze, pagine contenenti le parole sante di Bibbia e Vangelo buttate sul pavimento con impresse sopra le orme di scarpe sacrileghe che le hanno utilizzate proprio per lo scopo contrario a quello per cui sono state diffuse e divulgate.

Un altro colpo alla fede di tante famiglie che negli anni '60 si sono tassate di circa tremila lire a nucleo per poter costruire l'immenso complesso, come riporta l'organo diocesano del tempo «La Difesa del Popolo», per permettere a tanti giovani, ormai sacerdoti da decenni di diventare i pastori delle loro anime. Tutto negli edifici trasmette un senso di abbandono e devastazione, e suscita anche rabbia per l'incuria che fa scoprire in un'altra stanza un prezioso archivio fotografico, un patrimonio storico che contiene anche numerose immagini d'epoca di monumenti italiani. Lì vicino ci sono cataste di banchi sui quali molti futuri sacerdoti, «I preti del 2000» recitava a titoli cubitali sempre il settimanale diocesano dell'ormai lontano 1969, sono stati ore e ore chini sui libri. Fatiche i cui frutti si possono controllare, sulle scale, nelle aule e lungo i corridoi, dove giacciono abbandonati i registri di classe, con i nomi degli allievi, i voti riportati, ma anche i libretti con le note personali. Banchi e sedie lasciati al degrado che, in molti casi, osservati da vicino sembrano ancora pienamente utilizzabili.

Lungo i corridoi lunghissimi pellicole fotografiche, ricordi di gite, di riunioni, coppe meritate per vittorie sportive, un tempo innalzate per festeggiare, ora sono a terra lasciate ad arrugginire. Nella chiesa sconsacrata il tabernacolo ha perso un'anta, la nicchia che un tempo custodiva il corpo di Gesù ora è piena di ragnatele, la sporcizia regna sovrana, i mattoni che delimitavano l'altare creando un particolare effetto sono a terra assieme al leggio dove venivano appoggiati i testi sacri. Carcasse di volatili morti sono sparse sul pavimento, molto probabilmente si tratta degli animali impagliati che facevano bella mostra di sè nel laboratorio di scienze dove la raccolta di pigne si è mescolata a quella delle conchiglie adagiate sulla sabbia, creando un innaturale effetto mare-montagna. Anche le apparecchiature delle aule di musica sono state spogliate, rimangono gli scheletri in alluminio, che ospitavano registratori, mixer e altra strumentazione e che adesso si innalzano in mezzo a stanze vuote. Guardiani del nulla e della devastazione.
(01 agosto 2007)



SACRIFICATA CAPRETTA A SATANA

ALLARME SETTE Ancora un inquietante episodio nei pressi del canile comunale in località Gogna

Sacrificata una capretta a Satana
L’associazione "100% animalisti" non ha dubbi e dichiara guerra aperta ai "maledetti senza scrupoli"
Vicenza - Prende sempre più corpo l'ombra delle sette sataniche nei pressi del canile municipale in località Gogna. A denunciare gli ultimi inquietanti episodi è l'associazione "100% animalisti" che ha dichiarato guerra aperta a coloro che non esita a definire "maledetti senza scrupoli". Dopo le sevizie denunciate al nostro giornale dai volontari dell'Enpa, che alla fine di febbraio hanno rinvenuto un gatto orribilmente torturato, ora è un altro sodalizio animalista a puntare il dito contro il fenomeno: bestioline indifese vittime di riti sacrificali non bene individuati. Cani, gatti e ora le capre: «Ieri mattina i nostri attivisti vicentini - spiega il presidente Paolo Mocavero - hanno fatto un'altra atroce scoperta: di fronte all'abitazione della "gattara" è stato ritrovato il teschio in decomposizione di una capretta. La zampa l'avevano lasciata come monito a poca distanza».


CANDELE E UCELLI MASSACRATI

San Bellino, l'incubo delle messe nere


Sei candele colorate consumate a metà, e i resti di due uccelli (forse gazze) orrendamente martoriati. In mezzo a spicchi d'arancio e fette di mela marci, avanzi di carne di maiale, di patate e di popcorn. Sono i resti di un macabro rito?

Questo è più che un sospetto da parte degli inquirenti che hanno sequestrato la scatola di cartone e il suo inquitente contenuto. Tanto più che alcuni giorni fa, nella stessa via Jacopo della Quercia, aSan Bellino, poche decine di metri, era stato scoperto il corpicino di un gatto, barbaramente ammazzato, sbudellato e con una zampa tranciata. Uno choc per la proprietaria della bestiola, che se l'era ritrovata in quelle condizioni sotto casa. Ora l'episodio viene ovviamente ricollegato a quanto e stato rinvenuto dalla polizia l'altra sera, probabile testimonianza che animali ed uccelli vengano ammazzati e martoriati nel corso di messe sataniche, usati come oggetto di sacrificio o come messinscena per riti esoterici.


IL PALAZZO DELLE MESSE NERE

Sgomberato il palazzo delle messe nere


SELVAZZANO. E' scattato puntuale, alle 6 di ieri mattina, lo sgombero dell'immobile che un tempo ospitava gli alloggi dei professori all'ex Seminario minore di via Monte Grappa, divenuto da oltre 2 mesi dimora di cittadini rumeni abusivi ed extracomunitari, ma anche spazio in cui i satanisti facevano scritte diaboliche e messe nere. Un intervento in forze che ha visto in azione una cinquantina di Carabinieri, 15 uomini del IV battaglione Mestre in assetto antisommossa, 15 del Comando provinciale, 10 del Cio, quelli in forza alla Caserma locale, un elicottero del nucleo di Treviso e gli agenti di Polizia municipale del Consorzio Padova Ovest. I carabinieri sono saliti ai piani superiori trovando diciotto occupanti abusivi, ci cui quindici rumeni (tra i quali 2 donne), due albanesi e un italiano, compagno di una rumena, senza fissa dimora ma originario della provincia di Bologna. Su di lui pende un provvedimento di rintraccio per violazione di una sanzione amministrativa.

Da una delle cappelle sconsacrate è scomparso ad esempio il tabernacolo che il 2 agosto era ancora posizionato sopra l'altare.


RACCOLTA DI ARTICOLI

Un episodio tipico del satanismo italiano risulta da una notizia di stampa che nell'aprile 1989 ebbe larga eco su tutti i giornali, anche perché non veniva da regioni, come il Piemonte ed il Lazio, appartenenti alla classica geografia demonologica del nostro Paese. A Bologna emerse inaspettatamente la presenza del movimento dei Bambini di Satana, una formazione settaria di origine americana. Un carabiniere, abilmente infiltratosi nella setta, vestito del suo buffonesco cappuccio nero, riuscì ad assistere a una cerimonia di quelle che ordinariamente si tenevano il martedì ed il venerdì, e nel corso di essa, ormai accolto come adepto, ottenne una iniziazione attraverso una sorta di messa satanica nella quale fu distribuita una parodia di eucarestia, costituita da un liquido alcolico contenuto in un calice e da un'ostia "satanica" non meglio definita nelle informazioni. Dalla successiva inchiesta di polizia risultò che la setta, con tutto l'apparato suggestionante delle sue liturgie e dei suoi mascheramenti rituali, era in effetti uno striminzito gruppetto di una decina di piccoli visionari di periferia, sprovveduti e soltanto desiderosi di giocare al nuovo gioco dell' "occulto", capeggiati da una guardia giurata bolognese e da un impiegato riminese, che facevano da gran sacerdoti o maestri della piccola chiesa satanica. Nella notizia di cronaca ora riportata appaiono gran parte degli elementi che caratterizzano in Italia i movimenti di matrice demoniaca. Si tratta di piccoli gruppi sparuti, diffusi in varie città italiane e talvolta nei paesi di periferia, che hanno impressionato, per la loro stranezza e per il loro apparente mistero, l'opinione pubblica, mentre le prime disordinate inchieste gonfiavano enormemente il numero degli adepti, dati spesso per decine di migliaia e, in effetti, sulla base di valutazioni più accurate e meno influenzate dalla suggestione dell'argomento, riducibili a qualche migliaio o meno. Appare subito l'evidente legame della setta bolognese, che si estendeva, però, all'Appennino, alla campagna riminese e al monte Feltro, con le organizzazioni americane ben note e studiate da anni per la efferatezza dei delitti compiuti e per la probabile ed ampia azione statisticamente rilevata (1). Come in altri centri italiani gli iniziati partecipavano a simulacri di messe nere, a riti celebrati nell'interno dei cimiteri, a violazioni di tombe e a furti sacrileghi di ossa e di arredi sacri, soprattutto nelle chiese sconsacrate. Il fenomeno ha assunto una notevolissima diffusione geografica, non certo corrispondente ad una sostanziale consistenza statistica degli adepti. Sempre riferendosi ai materiali italiani e alla ricettività frequentemente inerme e passiva della pubblica opinione, venne a crearsi quello che certamente è il mito propagandisticamente gonfiato di una Torino patria elettiva di oscuri movimenti legati al demonio e alla sua teologia alla rovescia, un mito che, fra l'altro, diede origine ad un congresso demonologico fallito e confusionario anche perché vennero meno le sponsorizzazioni promesse. In quegli anni si registravano nel capoluogo piemontese numerose conventicole, piccole chiese, associazioni segrete, congreghe iniziatiche dedicate al culto delle forze malefiche, mentre le tv locali diffondevano oltre venti rubriche settimanali di tono magico ed occultistico. Evidentemente il grande baccano sollevato intorno all'inattesa fama satanista della città e intorno al congresso erano fatti interessanti soltanto un piccolo stuolo di cosiddetti specialisti e un più ampio numero di curiosi, di sfaccendati e di disorientati, mentre la Torino seria continuava a restare ancorata ai problemi della realtà, dell'economia e del lavoro. Questa situazione in Piemonte determinò la crescita di un clima di satanismo che spiega l'improvviso fiorire di fenomeni organizzati e decisamente colpiti dalla giustizia penale, quali, nel 1988 l'inatteso presentarsi alla ribalta della cronaca nera di una setta parasatanica già presente dagli anni settanta. Nell'area periferica della Val Chisone un movimento detto degli "Ultimi giorni” , fondato da una donna poi arrestata con altri per associazione per delinquere, fondeva confuse istanze di tipo apocalittico con la predicazione di una presenza del demonio nelle famiglie e nelle scuole. Era riuscita, fra l'altro, a convincere un giovane agricoltore a sottrarre con la fuga alla moglie i propri bambini, ritenendoli indemoniati, se fossero restati sotto l'influenza della coniuge. E' strano che, nel prosieguo delle indagini, nella cerchia dominata dalla fondatrice visionaria e probabilmente psicopatica erano entrati, oltre a contadini, anche alcuni intellettuali. Nella casa della donna furono rinvenuti oggetti propri delle operazioni demoniache di messa nera.

Avvenimenti di questo genere si sono ripetuti in forme impressionanti nel cattolicissimo Veneto fin dal principio degli anni ottanta. Nel 1985 a Verona apparve un manifesto rosso, listato a lutto, con la scritta "Rosemary's baby is born": è chiaro che qualche stravagante personaggio della città aveva recepito i messaggi disgustosi e grandguignoleschi dei più recenti film americani di ispirazione esorcistica. Nel giugno dell'86 fu trovato a Treviso il cadavere di un'anziana prostituta e l'omicidio venne collegato alla scoperta di resti di riti satanici consumati nella stessa notte nel cimitero. Intorno ad una tomba furono rinvenuti sette lumini e sette candele accese accanto a rose recise e ripiantate nel terreno. Un episodio avvenuto a Treviso negli ultimi mesi del 1987 convince di segreti, sotterranei e non controllabili canali attraverso i quali nel Veneto si è diffusa una subcultura satanista. Su un giovane rapinatore ucciso dai carabinieri in un conflitto a fuoco fu scoperta una lettera tracciata con sangue a mezzo della quale il giovane vendeva la sua anima al demonio per ottenerne sei mesi di vita felice, e sul cadavere di lui furono riscontrati tatuaggi di matrice esoterica che appartengono al bagaglio classico delle sette di questo genere. Tale è stata la proliferazione veneta del satanismo che nel luglio del 1989 correva in qualche margine della popolazione della provincia veneta la ben nota superstizione dell'origine diabolica delle malattie: in quel mese furono denunziati all'autorità giudiziaria cinque anziani appartenenti alla confessione dei Testimoni di Geova, i quali pretendevano di curare dal demonio una bambina la quale in effetti era ammalata di appendicite e che quindi era esposta al rischio di una progressiva degenerazione del male.

In Valbormida, a Carcare in provincia di Savona, nel 1989, è stato accertato e denunziato ai carabinieri uno dei casi meglio documentati di satanismo e messe nere nella Liguria. Una conventicola di adepti di un movimento privo di denominazione pretendeva di mettere in comunicazione con i propri mariti morti le vedove e ricorreva a furti sacrileghi di crani e di ossa nel cimitero locale per la celebrazione di rituali satanici di evocazione, con la diretta connivenza del becchino del cimitero locale. Precedentemente nel 1987 un giornalista de Il Secolo XIX di Genova vinceva le reticenze e le resistenze di un satanista, il quale, senza dare precise indicazioni di nomi e di luoghi, sosteneva che nella città vi era un'ampia diffusione di movimenti demoniaci, alcuni fondati sul puro interesse economico e sulla truffa, altri, sosteneva l'intervistato, seri e tradizionali. Tutti erano sottoposti a una lunga iniziazione e partecipavano a ritualità che aprivano un contatto diretto con i morti e con Satana: si ha l'impressione che le informazioni raccolte dal giornalista abbiano gonfiato, con dati puramente fantasiosi, la limitata presenza di gruppetti di adepti a queste esperienze culturali. In Lombardia, a Suzzara, provincia di Mantova, nel 1990 si presenta un tipico caso di ossessione demoniaca, simile a quelli non infrequenti in molte altre regioni italiane, sempre nati da tutta l'abbondante letteratura e produzione cinematografica sulla possessione e sul diavolo. Una guardia giurata originaria della Puglia uccide il figlio di cinque anni credendolo indemoniato.

In questa rapida analisi di una casistica che potrebbe agevolmente essere moltiplicata da molti esempi riguardanti altre regioni italiane, va osservato che vi è una carenza di fonti informative riguardanti le aree meridionali, carenza che riflette la resistenza a svelare la presenza di congreghe diaboliche più che una loro assenza reale. Tuttavia, ad esemplificare quanto è potuto emergere ad informazione stampata, si ricorda, per il 1989, la setta degli Apostoli di Cristo di San Pietro Amantea in provincia di Cosenza, guidata da una donna. La setta fu accusata di un omicidio rituale consumato nella persona di un venditore ambulante, di messe nere e di riti infernali che, in posteriori informazioni, sembrerebbero essere stati coperture di operazioni malavitose.

La campionatura riportata consente di proporre alcune osservazioni e alcune ipotesi interpretative sul fenomeno italiano. Innanzitutto va ripetuto che il ricercatore è costretto a lavorare su un materiale molto labile ed incerto, sia nei riguardi della portata statistica, sia nei confronti delle eventuali strutture di carattere mitologico ed ideologico. Sta di fatto che quasi certamente le notizie emerse a livello di informazione massmediale non corrispondono a quella che deve essere una realtà diffusionale molto più estesa, che non conosciamo proprio perché questi movimenti raramente sono protagonisti di eventi di notevole rilievo penale e giudiziario. E' da supporre che in Italia esista una diaspora ampia di piccole associazioni sataniste che restano nell'ombra fino ai giorni nostri, proprio perché insignificanti sotto il profilo della notizia di cronaca. La quale situazione consente l'ipotesi che statisticamente il numero delle piccole chiese e conventicole di tale genere sia più alto di quello di solito rilevato, spesso con molta approssimazione, dalla stampa quotidiana e dalla pubblicistica: il che, però, non significa che l'insieme di questi movimenti superi un ristretto numero di persone, forse qualche migliaio, come già si è detto.

Un problema fondamentale riguarda l'accertamento dei ceti e delle classi dai quali provengono gli adepti dei movimenti demoniaci. Dalla serie di informazioni risultanti dalle notizie note, sembra che in

massima parte si tratti di persone provenienti principalmente dai ceti piccolo e medio borghesi, per lo più persone sprovvedute culturalmente, alla ricerca di esperienze scioccanti, quasi sempre esposte alla suggestionabilità e alla credulità. In questa categoria sono presenti margini giovanili, gli stessi che accedono al settarismo di tipo orientalistico o magico-ermetico. Non manca la presenza di qualche professionista e soprattutto sembrerebbe rilevante l'afflusso di donne che riempiono il vuoto delle loro giornate con l'inganno di una iscrizione e frequentazione settaria. Di certo è fondamentale rilevare che i vari adepti dei gruppuscoli satanisti appartengono a categorie che realizzano, attraverso la loro inserzione nelle strutture settarie, un protagonismo invano ricercato all'interno di una società livellatrice e anonimizzante, che calpesta, nella macchina burocratica e statale, ogni ruolo vitale e significante. Se si guarda i fatti secondo un orizzonte psico-patologico, molto spesso ci si trova a individuare, negli aderenti alle conventicole, una forte spinta di carattere narcisistico e molto spesso il desiderio infantile di autoindividuarsi e di autosignificarsi in un milieu di tipo segreto, riservato, misterioso ed arcano, secondo le stesse forme di infantile tendenza dei gruppi preadolescenziali a costituirsi in piccole bande e comunità ermetico-segrete, con propri linguaggi, riunioni, segnali, simbolismi e cifre comunicative interne: si tratterebbe quindi, nel tipo di società attuale, di pesanti fenomeni di regressione infantile verso quelle forme ben note nella letteratura classica, per esempio negli associazionismi di gruppuscoli nelle scuole inglesi o nel classico racconto de I ragazzi della via Pal o della frequentissima invenzione delle "lingue segrete" adolescenziali. Qualche volta non è da escludere che alla spinta infantilistica si aggiunga, ad opera di soggetti tarati, un elemento psicopatico-visionario, particolarmente rilevante nel satanismo statunitense e in rari casi italiani.

E' difficile chiarire quanto abbiano agito e agiscano sulla diaspora di queste "piccole chiese" le influenze provenienti dall'estero, soprattutto dagli Stati Uniti nei quali, sulla base di informazioni forse in parte esagerate, avrebbero un ruolo molto importante vere e proprie chiese sataniche, come la Church of Satan, con varie derivazioni, il Tempio di Seth e i Bambini di Satana, emergenti in un insondabile e pullulante universo di sette analoghe, ben finanziate e ben organizzate, anche in rapporto a un'estrema ricettività della popolazione americana a questi tipi di comunicazione che esigono una disponibilità, tipicamente americana, alla credulità, alla suggestionabilità e ai fenomeni di regressione infantile. Mentre per la notevole diffusione di movimenti acattolici del nostro Paese nell'immediato dopoguerra (in particolare Avventisti del Settimo Giorno, Assemblee di Dio, Pentecostali, Testimoni di

Geova) appare evidente un diretto intervento, anche finanziario, delle comunità americane, nessun indice analogo è riscontrabile per la diffusione italiana delle conventicole sataniste. Se un quadro di relazione può essere individuato e riconosciuto validamente, ci si deve rifare, con maggiore sicurezza, alle influenze esercitate in Italia dalla cinematografia terroristica ed esorcistica, ai fumetti diabolici, ai romanzi cosiddetti neri e alle alte tirature di banali riviste "occultistiche" di matrice e ispirazione americana. D'altra parte, per quanto attiene l'Italia, bisogna anche aver presente che l'azione informativa massmediale ha ingrandito lo spessore di queste notizie, rendendoci protagonisti di un fatto che sembrerebbe totalmente attuale e contemporaneo nel Paese. E invece è necessario ricordare che in Italia da secoli è presente una fenomenologia satanista di maggiore consistenza e intelligenza che non quella dei nostri giorni. In linea di massima siamo preceduti, soprattutto a livello delle culture subalterne contadine, dalla lunga tradizione stregonica, che si incentrava sulla adesione ad una associazione, forse in gran parte fantasiosa, indicata come "congrega di Satana", "Sinagoga di Satana", con riti di messe nere e riunioni oscene ed eversive (sabba). Fino ai primi anni del nostro secolo circolava una corrente di origine illuministica e irrazionalistica fortemente condizionata dalla cultura francese ottocentesca e dall'Illuminismo anticlericale al di là di essa. Da questa corrente nasce una produzione poetica e letteraria di ispirazione satanica, con espressa esaltazione di Lucifero come portatore di una gioia e di una vita mortificata dal Cristianesimo, produzione che ebbe come significativi rappresentanti il Rapisarda e il Carducci con il suo Inno a Satana, parallelo a quello scritto in Francia dal Baudelaire.

Hanno agito indubbiamente su questi nostri satanismi gli atteggiamenti della chiesa cattolica che ha insistito per anni sulla realtà fisica del demonio, sulla presenza di lui in questo mondo, sul rischio degli indemoniamenti e ha organizzato piccoli gruppi di esorcisti autorizzati, dando in qualche caso spazio a fenomeni di psicosi collettiva come quelli che caratterizzarono le riunioni dei seguaci del vescovo Milingo.

In conclusione, dopo questi tentativi diagnostici appena accennati, è da osservare che il notevole interesse per il satanismo è un dato di natura eccedente e ingannevole, poiché allontana, accettando una passiva dipendenza da fenomeni di poca o nulla consistenza, dai problemi reali che ci riguardano quotidianamente.

© G.A.L.P. - Gruppo Amatoriale Lungometraggi Padova 2007-2012