La Lunga Notte Di Victor Kowalsky (2013)

Regia: Stefano Poggioni


Durata: 30′ 00″
Genere: Horror/Thriller
Audio: Dolby Stereo AC3/2
Rapporto Immagine: 16:9
Sottotitoli: No

La Lunga Notte Di Victor Kowalsky

Produzione: Essi Girano, The Factory Pro
Autori Sceneggiatura: Stefano Poggioni, Alessio Poggioni, Elena Poggioni
Anno di Produzione: 2013
Fotografia: Claudia Cataldi
Musiche: Wassilij Kropotkin
Montaggio: Stefano Poggioni, Alessio Poggioni

Attori Principali: Cristiano Burgio, Ferdinando Ferrini, Luca Massaroli, Luciano Nelli

Budget: 2500 €
Concorso: "Corto GALP 2014"
Categoria: Horror-Thriller


“1° Classificato” Corto GALP 2014


Sinossi:

Victor Kowalski è a letto tormentato dagli incubi del suo passato. E’ solo, immerso in una stanza maleodorante w sporca, accerchiato dagli spettri di una profonda follia che nasce da un senso di colpa presente e assordante come un ronzio continuo. Mentre Victor passa da un  sogno all’altro,alla ricerca di una via d’uscita, istanti del passato riaffiorano pian piano, dipanando la tela di un evento che ha cambiato per sempre la sua vita. A prendere forma e’ la sua fragilità schizofrenica e malata, che lo porterà a cercare una soluzione drastica all’atroce angoscia che lo attanaglia.


Valutazione:

Stefano Poggioni ci propone questo mediometraggio dai toni surreali, un intricato viaggio tra incubi e realtà, una miscela caustica che sfocia in una angosciante e terribile verità. Gli incubi a cui è soggetto il protagonista principale, sono la chiave per comprendere la storia nella sua interezza. 

Una retrospettiva paranoica della psiche del personaggio, intenta a portare alla luce il vero enigma che lo pervade in modo cruento. Il senso di colpa, percepibile e superbamente trasmesso allo spettatore, riemerge nelle scene finali, quando Victor scopre e rivive la causa del suo tormento perpetuo.

Il cortometraggio ci ricorda molto per la sua natura il film "Una pura formalità" di Giuseppe Tornatore, infatti in entrambi i casi il protagonista prende atto della sua realtà solamente dopo avere espiato le proprie colpe.

Straordinaria l'interpretazione di Cristiano Burgio, che ricopre il ruolo di Victor, la sua recitazione trasmette in modo convincente il senso di angoscia e terrore che solca l'intera opera.

L'atmosfera cupa, ben riuscita grazie anche ad una fotografia desaturata, talvolta vicina a perdere la cromia, avvolge l'intero girato, conferendogli la giusta coerenza con lo stile intrapreso. Le ambientazioni arricchiscono in maniera concisa la carica spettrale, caotica e logora, intenta a replicare il più spaventoso degli incubi. Anche il sonoro (effetti e musica) sono ben equilibrati ed usati in modo appropriato incrementando notevolmente la sensazione di disagio e sconforto del protagonista e dello spettatore. Il suono del televisore fuori fase in sottofondo, che accompagna i primi 10 minuti del girato, è un esempio calzante di come saper usare un rumore bianco per incrementare un atmosfera onirica senza però disturbare o distrarre lo spettatore.

Le inquadrature suggestive, studiate e mai banali (interessante l'inquadratura al 25 minuto) ci fanno sperare  nel vedere ulteriori produzioni di questo giovane regista, che ha saputo colpirci con un opera accattivante e ben riuscita. "Un incubo ad occhi aperti"  


TECNICA DI RIPRESA: 8/10

SCENOGRAFIA: 8/10

RECITAZIONE: 9/10

AUDIO: 7/10

COLONNA SONORA: 7/10

EFFETTI CG: 7/10

TRUCCO – MAKE-UP: 8/10

MONTAGGIO: 7/10

PRESENTAZIONE PRODOTTO: 8/10

ORIGINALITA’ – IDEA – NOTA DELLA GIURIA: 8/10

VALUTAZIONE GLOBALE: 7,7


Trailer:


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